“Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta.”
Genesi, 4-5
Con un po’ di ritardo pubblico il video del secondo aperitivo culturale svoltosi nella splendida sala affrescata di Villa Valmarana a Mira e patrocinato dall’associazione di promozione culturale Arkè. In questa occasione abbiamo intavolato un dialogo sull’origine della competizione fra uomo e donna partendo da alcune considerazioni offerte dall’interpretazione in chiave antropologica di uno dei miti più famosi e toccanti dell’antico testamento: la vicenda di Caino e Abele e il primo omicidio-fratricidio della storia. Al di là della morale cattolica e delle dispute sia teologiche che filosofiche, ad interessarci è l’argomento archeologico e sociologico in quanto questo mito potrebbe alludere al passaggio da una società nomade di allevatori raccoglitore a comunità con stile di vita stanziale e dedite all’agricoltura. Questa fase della storia dell’uomo potrebbe indicare anche un mutamento da una società prettamente matriarcale e femminile con atteggiamento istintuale e passivo verso la natura e la vita in generale, ad una società orientata verso attitudini maschili e attive rispetto al mondo che la circondava e, in questo nuovo contesto colturale che veniva per la prima volta a costituirsi, la specie umana avrebbe iniziato a sviluppare, in conseguenza di un uso sempre maggiore dell’organo per cui essa si distingue dagli altri animali, ossia il cervello e nella fattispecie, la parte logico-razionale, la coscienza. Ciò potrebbe aver portato a “vedere” le differenze tra l’uomo e la donna, a identificare i ruoli, forse anche a causa dell’uso dell’aratro per cui era necessaria una maggiore forza fisica, e a generare la prima forma di competizione fra i due sessi. Nel corso della serata è emerso anche un altro tema per il quale esiste abbondante materiale mitico e storico che avrebbe in verità richiesto uno spazio a parte, e che è rappresentato dalle tradizioni esistenti sia in ambito teologico e di esegesi biblica, sia in ambiente esoterico e alternativo e cioè riguardanti la discendenza Cainita o la cosiddetta “Stirpe di Caino”. Caino non è da vedere solo come un personaggio negativo, anzi nell’ottica in cui bene e male sono solo un punto di vista relativo e non possono rappresentare in alcun modo un precetto assoluto, ovviamente si devono cogliere gli elementi positivi dello sviluppo del pensiero razionale e del modo attivo di porsi verso il mondo da parte dell’uomo e anzi credo che le tradizioni legate ai Cainiti ed alla stirpe maledetta si armonizzino comunque con quanto si tentava di sviluppare all’inizio della discussione. Infatti le forze di natura maschile e femminile contenute nel creato e in noi stessi devono essere modulate e portate all’equilibrio perché l’individuo si realizzi a pieno. Ho toccato l’argomento della discendenza di Caino anche in un mio articolo precedente dal titolo “Il potere del simbolo”
L’evento era innanzitutto un ‘aperitivo’, un momento di incontro e discussione e non voleva in alcun modo, come la volta precedente, prendere la via della classica conferenza dove un singolo relatore espone le sue tesi in modo unidirezionale. Mi scuso pertanto, se questo è stato motivo di scostamento dall’argomento principale della serata e se ho dato per scontato qualche elemento storico e mitologico: per qualsiasi chiarimento o perplessità sono lieto di rimanere a disposizione e mi offro di rispondere a qualsiasi domanda vorrete pormi contattandomi al mio indirizzo di posta elettronica.

Fig. 1 Meraviglioso dipinto egizio raffigurante l’agricoltura in cui si può vedere l’uomo impegnato nell’uso dell’aratro e la donna che lo segue con il seme. L’aratro è anche il simbolo del fallo, quindi virilità e forza maschile e rappresenta la forza attiva, l’azione o Logos; ma è la donna che tiene il seme dentro se e genera la vita ed è simbolo di potenzialità Nous.
Uno speciale ringraziamento al sig. Edoardo per la locandina dell’evento: è un’opera d’arte! Grazie per l’attenzione.
F.D.

Rispondi