Tesla meglio di Einstein 1° Parte – Il ritorno dell’Etere

“…a beggar wrapped in purple whom ignorant people take for a king.” [1]

Introduzione

Quando sentiamo nominare Einstein, l’immaginario collettivo ci trasporta subito al prototipo di scienziato per eccellenza, grande fisico e matematico, ma anche uomo dalla grande umanità, filosofo e filantropo, pensatore a tutto tondo e nessuno si sognerebbe mai di contraddire queste affermazioni.

In questa sede però si vuole mostrare un lato, a nostro avviso,  meno messo in luce della storia della scienza di inizio secolo scorso.

Sono perfettamente conscio di trattare argomenti molto complessi, adatti a menti più sviluppate della mia, e a individui più preparati di me in materia scientifica, tuttavia anche gli organi ufficiali ammettono la persistente mancanza di un “qualcosa” per poter formulare la definitiva “Teoria del Tutto”.

In questo articolo si è fortemente tentati a vedere nell’accettazione delle teorie di Einstein da parte della scienza ufficiale a discapito di conoscenze già presenti e molto antiche, per di più confermate ancor oggi da nuovi studi e nuove scoperte, un pretesto per la diffusione e l’affermazione di un metodo scientifico materialista e dogmatico, dove l’universo è vuoto, Dio è un concetto obsoleto, e l’esistenza è una pura concomitanza di cause materiali.

Albert Einstein con Nikola Tesla[2]

Einstein

I meriti scientifici di Einstein sono molti, e mi scuso da subito per quanto riduttivo sia questo paragrafetto sul grande Albert, ma l’argomento centrale non è lui come uomo e come scienziato, piuttosto è il sospetto di come siano stati usati alcuni suoi postulati per favorire un atteggiamento scientifico prettamente materialista, adatto a mettere fuori gioco il concetto di “Dio”, di anima e di spiritualità e favorire una scienza che, invece di avere l’uomo, la società o l’ambiente come centro, favorisce il profitto, lasciando una confusione intellettuale ed un conflitto interiore senza precedenti nella storia della nostra razza.

Comunque, di sicuro il primo merito per il quale prese il premio Nobel nel 1921, è quello di aver attribuito alla luce la duplice natura corpuscolare e ondulatoria, in pratica essa è una particella con massa nulla e costituita da un “pacchetto di energia” o quanto (fotone); prima alla luce si attribuiva solo l’effetto elettromagnetico, cioè di radiazione energetica, questo ha aperto la strada a una rivoluzione scientifica straordinaria nell’ambito dello studio della fisica permettendo di far fronte a problemi matematici e tecnici prima del tutto irrisolti.

Poi viene la relatività con la quale Einstein postula che il tempo non è un valore assoluto, ma relativo appunto all’osservatore, dimostrando come per esempio lo spazio-tempo venga distorto in prossimità di una massa di considerevole grandezza, ad esempio un buco nero e spiegando così fenomeni impossibili da interpretare con l’allora vigente legge di gravitazione Newtoniana.  

Il grande scienziato tedesco, a mio avviso, è stato anche un grande filosofo, poiché nella sua teoria della relatività vi ritroviamo in termini scientifici moderni quella sensibilità di pensiero da sempre caratteristica delle antiche civiltà, dove abbiamo un “tutto” al quale fa capo ogni cosa, ogni relativo “sentire” individuale. E’ stato anche un filantropo, in quanto dopo la guerra ha dato il via ad una campagna popolare per promuovere la pace nel mondo.

Eppure si rimane ancora dell’idea che qualcosa ci sfugge: la scienza ortodossa accoglie molte idee di Einstein, e ne ricava degli assiomi quasi inattaccabili però non trova ancora la teoria che spieghi definitivamente le forze e le interazioni della materia, né riesce tanto meno ad identificarne le cause, e la pace nel mondo è ancora lontana, anzi, la nostra società vive sempre più nel conflitto.

Il problema delle interazioni della materia

La scienza, grazie al miglioramento delle tecnologie e del metodo adottato a partire dalla fine del XIX secolo, è riuscita ad addentrarsi sempre con più precisione nel estremamente piccolo e nell’infinitamente grande, analizzando e studiando i comportamenti delle più piccole particelle della materia da un lato e dei grandi sistemi nel cosmo, dall’altro. Ne emerge che queste due realtà manifestano comportamenti analoghi, facendo intuire come la natura ovviamente abbia intrinseche leggi univoche valide in tutto l’universo. Tuttavia qualcosa sembra ancora sfuggire alle nostre osservazioni, poiché il cosiddetto “modello standard” non riesce tuttavia a spiegare tutto ciò che osserviamo [3] proprio per riprendere le parole di un sito internet divulgativo adatto a quelli come il sottoscritto, sempre bisognoso di una spiegazione semplice e con poca matematica.

Riflessioni personali a parte, il modello standard descrive le particelle della materia e le forze in azione nell’universo, e soprattutto le relazioni tra queste. Ma anche se addirittura alcune interazioni vennero previste prima in laboratorio e poi osservate tramite esperimenti, la gravità per esempio, la quale è la prima forza analizzata con metodo scientifico, presenta ancora degli interrogativi insoluti. Si è arrivati a supporre che esista una particella con caratteristiche simili al fotone (il quale una volta dimostrata l’esistenza verrà battezzato gravitone), quindi con massa nulla, ma in grado di trasmettere una forza, la quale fungerebbe da mediatore del fenomeno, ma nessun esperimento ha soddisfatto questa previsione al momento.

Anche lo scienziato da poco deceduto Stephen Hawking ha dedicato tutta la sua vita a risolvere l’enigma, ma non è arrivato a trovare la “Teoria del Tutto” e ammette in questi termini durante una trasmissione BBC, Horizon,<<The Hawking Paradox>>: “Una volta che ammettiamo che l’informazione possa andare perduta nei buchi neri, non possiamo limitarci a dire che finisca perduta soltanto lì. Se il paradosso dell’informazione è corretto, ne segue che nell’universo mancano dei bit. La predicibilità finisce alle ortiche. Causa ed effetto non sono più accoppiati. Nulla di ciò che la scienza ci dice può essere ritenuto affidabile; non c’è più nessuna risposta che sia ragionevole o che duri nel tempo.” [4] Noi saremmo propensi ad estendere la legge di Lavoisier non solo alla chimica, ma ad ogni fenomeno, suggerendo di valutare come i “bit” persi potrebbero diventare qualcosa di trascendente rispetto la materia, l’energia o lo spazio-tempo stesso addirittura, quindi non più “intercettabili” dalle nostre percezioni ma per questo per niente scomparsi, dando la prova proprio di come sia assurdo il concetto dello spazio “vuoto”.

“Non chiedetemi chi c***o è Tesla per favore”

Ogni anno in Villa Farsetti, un edificio di grande valore storico, oltre che estetico, situato nel Comune di Santa Maria di Sala a VE, vicino a dove abita chi scrive, si tiene una manifestazione organizzata da una limitrofa associazione di astronomi finalizzata a far conoscere ai bambini e a tutti gli appassionati poco pratici di astronomia, i misteri del cosmo. Oltretutto, ironia della sorte, documenti storici testimoniano il passaggio per questa antica e maestosa dimora proprietà dell’abate Filippo Farsetti, del matematico ed astronomo Ruggiero Giuseppe Boscovich, il quale si pensa avesse già teorizzato la relatività[5], ma non fu forse il primo: poiché anche il grande Giordano Bruno in alcuni suoi studi probabilmente aveva raggiunto questo traguardo intellettuale però all’epoca queste idee furono censurate e malviste a causa dell’influenza della chiesa sulla vita sociale, e dei tre personaggi sopracitati il primo sicuramente è quasi sconosciuto ai più, mentre il secondo è ben poco noto; il Bruno sappiamo che fine ha fatto a causa del suo pensiero di molto precorritore dei tempi: otto anni di prigionia con torture ed il triste epilogo con il rogo pubblico. Comunque sia tornando a noi, gli osservatori dello spazio si riuniscono lì per poter mostrare le meraviglie del cielo sopra di noi, ma anche dare spazio a molte conferenze ed attività che hanno come tema la scienza in primis, come via per la comprensione di tutti i fenomeni osservati ed all’interpretazione dei dati raccolti durante le osservazioni. All’edizione del 2010 partecipò anche Margherita Hack, grande donna prima di tutto ed eccelsa personalità scientifica, ma della quale il sottoscritto non riesce a condividere alcune posizioni assunte come l’ateismo convinto e lo scetticismo verso i fenomeni “paranormali” o metafisici(era membro del CICAP). In questa sede lo spazio non è sufficiente a illustrare queste mie idee, magari tornerò sull’argomento in futuro.

In una di queste conferenze, un professore di cui ora non ricordo né il nome né il titolo(mi sembra fosse decente di fisica), dopo aver mostrato con opportuni dispositivi le proprietà della luce e del suono, illustrò il funzionamento dei primitivi generatori di corrente, come quello di Van De Graaf, prese poi un congegno simile ad un’enorme bobina con sopra una specie di palla di metallo e lo mise in funzione. Dall’estremità sferica partirono dei raggi e quando avvicinò un tubo a neon esso si illuminò.

<<Questo è un generatore di Tesla disse>> un po’ seccato, <<una roba che crea anche tanti disturbi…>> e poi passò ad un altro congegno.

L’atteggiamento accademico verso Nikola Tesla, è spesso questo, si pensi che il mio professore di elettrotecnica alle superiori, durante una lezione sull’induttanza nella quale si tratta il campo magnetico, disse: <<…L’unità di misura del campo magnetico è il “T” cioè il Tesla>> e poi sbottando in modo molto nervoso ebbe ad esclamare quanto enunciato nel titolo del presente paragrafo. Fu la prima volta che sentii parlare del grande scienziato serbo.

Raccontare come giunsero le notizie in merito alla biografia ed alle gesta del protagonista di questo paragrafetto tra le mie mura domestiche, non è necessario in questo contesto ma basti sapere che fu grazie ad un gruppo musicale che lo conobbi e vi confesso che mi la cosa mi eccitò fin dentro al midollo poiché se prima nutrivo sospetti sul fatto che possa esistere una qualche forma di complotto in atto per nascondere certe verità scomode attraverso la gestione dei mezzi di informazione, quando scoprii Tesla e le sue idee comincia a maturarne la certezza.

Fiumi di inchiostro oramai sono stati versati riguardo la figura di Nikola Tesla, perciò abbiamo deciso di tralasciare in questa sede le informazioni riguardo la sua biografia e le sue scoperte e invenzioni, per concentrarci invece sul suo approccio ai problemi scientifici e le sue scelte morali ed etiche sulla direzione da prendere in merito allo sviluppo tecnico delle sue intuizioni.

Parlava correttamente 9 lingue, sapeva interi libri a memoria e con circa 300 brevetti[6], forse anche più poiché molti altri sembrano essere stati occultati dai servizi segreti americani, e tante invenzioni non furono mai brevettate o furono sfruttate da altri; Tesla, non solo portò la corrente elettrica dentro le nostre case con il sistema a corrente alternata, diede addirittura l’incipit per lo sviluppo della nostra moderna tecnologia dal motore elettrico alla tecnologia senza fili, dalla radio alla televisione allo sviluppo di tecnologie in campo medico, si pensi che, anche se non posso risalire alla fonte per farne la citazione, qualche anno fa i telegiornali diedero notizia dell’uso di un brevetto del suddetto scienziato per la creazione di un dispositivo da installare in alcuni aeroplani. Dopo 100 anni hanno capito che uso farne!!! Mi piace molto l’espressione usata dall’autore Anthony Flacco nel suo romanzo “L’ultimo segreto di Tesla”, infatti egli lo definisce “Un monaco della scienza”, ecco questo era Nikola Tesla. [7]

Noi siamo dell’avviso che Tesla non piacesse al establishment scientifico perché non seguiva il metodo ortodosso per le sue ricerche, cioè non teorizzava prima e poi passava alla parte empirica, ma anzi cercava innanzitutto di far avvenire i fenomeni più estremi e non ordinari, per cercare di carpirne appunto i meccanismi più nascosti. Per la scienza ortodossa, attualmente, se un fatto non è stato teorizzato e previsto e risponde ai criteri di ripetibilità, non può sussistere, però i fenomeni inspiegabili avvengono comunque ed anche gli addetti ai lavori non ne fanno mistero, vedi appunto la storia del gravitone…

Personaggio schivo e misterioso, era solito lavorare in solitudine, non prendeva molti appunti e non eseguiva molti schizzi o calcoli, e quando gli si chiedeva come facesse a realizzare i suoi congegni senza un’adeguata progettazione, leggenda vuole che egli rispondesse spiegando come l’oggetto del suo lavoro gli si presentasse già in mente in una immagine perfetta e aderente alla realtà in tutti i suoi dettagli. Molti autori sospettano che soffrisse di “percezione alterata”, uno stato di coscienza modificata in grado di procurargli delle visioni, delle sofisticate allucinazioni relative alla risoluzione pratica di problemi scientifici e tecnici, una “patologia” oggi clinicamente definita sinestesia[8], ma in questa sede saremmo tentati di esagerare ed andare oltre, pertanto vederne la capacità di trarre ispirazione dal mondo soprasensibile, di cui appunto l’etere è il tramite. Di fatto anche gli attacchi sinestetici possono essere indotti da farmaci o LSD[9], sono esperienze tipiche dello sciamanesimo e sembrano accompagnare da sempre la storia dell’uomo.  La cosa non è poi così irrazionale ed estranea alla scienza, si pensi alla definizione di “inconscio collettivo” data dal famoso psicologo Carl Gustav Jung, come di “un contenitore psichico universale, vale a dire quella parte dell’inconscio umano che è comune a quello di tutti gli altri esseri umani. Esso contiene gli archetipi, cioè le forme o i simboli che si manifestano in tutti i popoli di tutte le culture. Gli archetipi esisterebbero prima dell’esperienza e in questo senso sarebbero istintivi.” [10] Considerando però gli innumerevoli interessi di questo poliedrico studioso per l’occulto, lo spiritismo, la preveggenza e tutte le scienze “non ortodosse” parlando di istinti si sarebbe indotti ad andare oltre anche qui al puro significato accademico e pensare addirittura alla “coscienza collettiva” come ad  un “serbatoio” di informazioni che potrebbero provenire da “fuori” del cervello. Non è chiaro come si origina l’istinto, poiché gli occhi azzurri sono un carattere determinato da geni, ma il talento di Mozart? Qui lo spazio non è sufficiente per la trattazione di questo argomento, riprenderemo tali riflessioni in futuro se ce ne sarà concessa la possibilità, frattanto in questa sede continuiamo col scusarci con la dott. Hack se non possiamo approvare la sua adesione al CICAP e l’esclusione di qualsiasi fenomeno “paranormale”.

Tornando a Tesla, un’altra cosa degna di nota dal nostro punto di vista, è la sua certezza riguardo l’esistenza dell’etere, questa sostanza non materiale, in grado di far da tramite tra la materia fisica e piani vibrazionali più alti per così dire, come un livello fatto di una “essenza” imponderabile alla quale la scienza moderna ha parzialmente rinunciato, fatta eccezione per la cosiddetta in fisica quantistica, energia del punto zero o vuoto quantico. Anche Einstein ammette, con la celeberrima formula E=mc2 che la materia è energia condensata poiché se portata alla velocità della luce diviene anch’essa energia, ma il presupposto è quello secondo il quale si parta da materia fisica per generare forza e lavoro mentre, supponendo che il “vuoto” non sia vuoto ma sia pieno di energia, allora l’approccio di Tesla è totalmente differente, in quanto egli pensava di stimolare l’etere nei suoi esperimenti ottenendo la manifestazione di fenomeni e forze imitando processi già osservabili in natura come i fulmini globulari. Molto bella è la frase nel film … del 1982 dove fanno esprimere all’attore una considerazione importante a seguito di alcune riflessioni del banchiere J.P. Morgan, aiutato dal proprio assistente tirapiedi, in merito alle ricerche sulla composizione della  materia a seguito degli studi di Einstein:

Morgan verso Tesla:

<<…Non sei l’unico con delle idee sai, c’è un ebreo in germania…>>

e l’assistente di Morgan:

<<Einstein, tutto il mondo scientifico sta parlando delle sue teorie>>

Morgan:

<<E a Parigi hanno…>>

Assistente:

<<Hanno diviso l’atomo>>

Morgan:

<<Qualsiasi cosa possa voler dire…>>

Assistente che lo aiuta nuovamente:

<<Vuol dire una nuova grande fonte di energia>>

Sentite cosa hanno messo in bocca all’attore nella parte di Tesla dopo un momento di silenziosa angoscia:

<<Tale energia è creata distruggendo elementi naturali, è un grande crimine contro la natura e un giorno causerà grandi catastrofi, il mondo è ad un bivio adesso e se perdiamo questa occasione saremo responsabili per tutte le generazioni a venire>>[11]

Si può ovviamente pensare che questa sia una versione romanzata dei fatti, ma è secondo chi scrive, l’essenza del pensiero morale ed etico dello scienziato serbo.

Tesla nel suo laboratorio a Colorado Spring

Conclusione

Il ritorno della teoria dell’etere, è quasi un passo obbligato a nostro avviso, potrebbe essere una premessa fondamentale per la formulazione della cosiddetta  “Teoria del Tutto” tanto agognata dal grande scienziato Stephen Hawking e da molti prima e dopo di lui. La fisica quantistica lavora anch’essa in questa direzione e senza nulla togliere alla grandezza di Albert Einstein sia come uomo, sia come scienziato, molti sono i grandi luminari i quali hanno inneggiato al concetto di etere per giustificare i loro studi e dimostrare le loro teorie e sono stati tralasciati, e non per ultimo si pensi a quel retaggio culturale enorme che accompagna da sempre la civiltà umana, il quale basa l’essenza della vita su piani superiori, invisibili e per nulla materiali, per nulla fisici, sui quali tutte le religioni e le ancestrali tradizioni dell’uomo si appoggiano per giustificare un bisogno spirituale dell’individuo e vengono tutt’oggi praticate.

Nel prossimo articolo, del quale l’uscita è prevista dopo il 15 gennaio, tratteremo proprio del concetto di etere basandosi sugli studi di questi pensatori e sul significato di alcuni concetti da sempre presenti in queste antiche religioni e tradizioni. Frattanto Vi lasciamo con questa esplicita frase di Nikola Tesla adatta a comunicare la grandezza di questo personaggio:

“La scienza è solo una perversione, se non ha come fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell’umanità”[12]

Nell’augurarvi Buon Anno,

Vi saluto con affetto

FD

[1] Tradotto come: “un mendicante avvolto nella porpora che le persone ignoranti prendono per un re” - Tesla si pronuncia sulla Teoria della relatività in questi termini - https://www.veteranstoday.com/2018/06/23/nikola-tesla-and-albert-einstein/
[2] Ibidem
[3] http://scienzapertutti.infn.it/1-il-modello-standard
[4] “Stephen Hawking, una vita alla ricerca della teoria del tutto.” - Kitty Ferguson - 2011 RCS Libri S.p.a. Milano - Cap. 9°
[5] “Lettere del. P. Boscovich” pubblicate per le nozze di Olivieri-Balbi - Antonio Meneghelli -  Citazione proveniente da “Villa Farsetti nella storia Vol. II” - Loris Vedovato - JYE - Mazzanti Editore S.r.l. - Venezia 2004
[6] https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_dei_brevetti_di_Tesla
[7] “L’ultimo segreto di Tesla” - Anthony Flacco - 2012 - EDIZIONI PIEMME S.p.a. Milano - Cap. 4 Pag. 50
[8] https://it.wikipedia.org/wiki/Nikola_Tesla
[9] https://it.wikipedia.org/wiki/Sinestesia_(psicologia)
[10] https://it.wikipedia.org/wiki/Inconscio_collettivo
[11] “Tajna Nikole Tesla”. Tradotto come “Il segreto di Nikola Tesla” - 1982 - Zagreb Film - minuto 90’ circa.
[12] “Scoperte scientifiche non autorizzate” - Marco Pizzuti - 2011 Edizioni Il Punto d’Incontro - Citazione in copertina[1] Tradotto come: “un mendicante avvolto nella porpora che le persone ignoranti prendono per un re” - Tesla si pronuncia sulla Teoria della relatività in questi termini - https://www.veteranstoday.com/2018/06/23/nikola-tesla-and-albert-einstein/

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