Perché questa pandemia potrebbe rivelarsi lo strumento perfetto per il controllo?

“L’individuo cosciente tende sempre più a scomparire. Non ci si rivolge più alla ragione ed al pensiero cosciente dell’uomo, ma alla sua emotività malata. I mezzi impiegati sono spesso di una grossolanità inaudita. Basta avere sotto gli occhi alcuni slogans pubblicitari, o certi giornali, o ascoltare certi programmi alla radio o alla televisione. Basta considerare la quantità dei giornali a fumetti, che impediscono del tutto la lettura meditata. Notiamo che tutti questi <<attacchi>> fanno leva sull’emotività e rimangono per molto tempo a livello dell’inconscio. C’è quindi di che spaventarsi. <<Imbottire il cervello>> è ormai diventata un’azione normale. E quelli che tirano le fila conoscono bene la potenza delle emozioni.” Pierre Daco [1]

Introduzione

La paura ci frena, la paura ci fa compiere i gesti irrazionali e stupidi. Nulla di più sacrosanto, nulla di più ovvio. La paura è spesso tuttavia irrazionale, poiché si ha paura quasi sempre di quello che non si conosce, quindi si ha paura di ciò che non si sa o non si sa spiegare. Eppure, tuttavia, viviamo nell’era della scienza e della tecnica, viviamo nell’epoca del sapere istituzionalizzato e di facile accesso, non più esclusivo appannaggio d’élite, almeno teoricamente. Abbiamo un tecnico per ogni settore, uno specialista per ogni evenienza.  Perché allora sta succedendo tutto questo? Perché, contrariamente alle nostre comuni attese, stiamo apparentemente vivendo uno scenario Manzoniano o da Decamerone e la situazione sembra essere totalmente fuori controllo? Qualcosa ci sfugge? Se le paure sono per la maggior parte infondate, cosa si è attivato a livello sociale per “bloccare” interi popoli e nazioni? Cosa ferma il mondo? Per capire perché tutto questo sta realmente succedendo, dobbiamo fare un viaggio nelle pieghe della nostra veste psichica e fare i conti con noi stessi.

Un meccanismo magnifico.

Pierre Daco, psicologo e psicoanalista belga discepolo di Jung [2], nella sua opera “Che cos’è la psicologia” [3] ci parla in modo semplice ed efficace di “un meraviglioso meccanismo” – come egli stesso lo definisce – attuato dal nostro sistema nervoso, per effetto del quale, quando i nostri organi di senso ricevono uno stimolo che si traduce in messaggio attraverso i nostri nervi, “scattano automaticamente due grandi reazioni: 

  1. La canalizzazione del messaggio verso i centri nervosi direttamente interessati dal messaggio stesso. E’ il fenomeno della dinamogenesi. Questa canalizzazione porta all’eccitazione dei centri nervosi interessati. A sua volta l’eccitazione nervosa permette che si svolga l’azione richiesta.
  2. Nello stesso tempo, il sistema nervoso blocca i centri nervosi che non hanno a che fare con l’azione del momento. Provoca così un arresto di tutte le forme di comportamento che non sono interessate dall’azione. 

E’ questo il fenomeno d’inibizione (da inibire=trattenere). Questa inibizione è una specie di arresto, quindi di inerzia. Le parti del cervello che non partecipano all’azione del momento sono un uno stato di torpore.” [4] Proprio come proposto in Fig. 1a. Ora, sappiamo, e infatti questa premessa non è altro che il punto di partenza grazie al quale l’autore può mettere a fuoco i fenomeni cerebrali e psicologici della vita quotidiana, che quando svolgiamo le normali mansioni di ogni giorno, il cervello acquisisce dei messaggi e li canalizza in un’area dedicata alla loro elaborazione in modo da ottimizzare le energie dedicate a tali e unicamente a quelle azioni richieste dalla determinata circostanza. Questo tipo di attività cerebrale è l’attenzione [5], Fig. 1b. Ovviamente ci sono diversi gradi di attenzione, andiamo da un’attenzione debole e quasi labile quando si svolgono magari brevi attività manuali e ripetitive, ad un’attenzione più prossima alla concentrazione dove si fa un certo sforzo nell’ascoltare ed elaborare l’enunciato di un relatore ad una conferenza, ad esempio. La concentrazione vera e propria invece “consiste nel fissare il pensiero con sforzo su un unico punto” [6], Fig. 1c. Molti centri sono inibiti, questo è il motivo per cui la maggior parte delle persone, quando sono concentrate, non notano altro intorno a se. A seguito di questa analisi, possiamo allora capire cos’è un’ossessione o una mania, atteggiamenti psichici anormali, dovuti allo sviluppo di una idea fissa, una concentrazione involontaria ed anomala sulla stessa idea appunto, in questo caso la zona dei centri nervosi sollecitati si riduce drasticamente, Fig. 1d. In questo modo abbiamo pertanto un piccolo insieme di centri nervosi sottoposti ad un lavoro esagerato e insistente, ed il risultato di questa attività esasperata è certamente l’esaurimento. [7] 

    Fig. 1a – Il “meccanismo meraviglioso” della dinamogenesi [8]
    Fig. 1b – L’attenzione [9]
    Fig. 1c – La concentrazione [10]
Fig. 1d – L’idea fissa [11]

   

L’esaurimento, fenomeno mediante il quale l’organismo semplicemente si “protegge” dagli sprechi di energia, ha effetti nefasti sulla salute sia fisica che mentale poiché comporta due reazioni precise dell’individuo: depressione ed agitazione. “Non c’è depressione senza agitazione e non c’è agitazione senza depressione. E’ questa la caratteristica dell’esaurimento; l’esaurito oscilla continuamente tra questi due poli. L’onda calma dell’instabilità naturale (Fig. 2a) si è trasformata in un’onda agitata, che tocca alternativamente gli estremi. L’uomo spossato, esaurito, diventa l’immagine esasperata dell’uomo normalmente stanco: 

  1. la profondità si accentua fino a diventare depressione;
  2. la cresta si innalza fino a diventare agitazione.” [12]

Come in Fig. 2b. Depressione è, per definizione, la mancanza di pressione, cioè “equivale a <<caduta di pressione>>. La depressione è un venir meno della tensione nervosa o psicologica.” [13] 

Nell’agitazione invece: “si manifestano due grandi sintomi:

  1. Le reazioni alle situazioni sono disordinate e notevolmente esagerate […]
  2. L’agitato dà l’impressione di essere il giocattolo dei suoi impulsi, senza possedere il freno necessario perché l’adattamento avvenga nel modo più equilibrato possibile.” [14] 

Si verifica allora una condizione di surmenage: “Il surmenage si verifica quando il dispendio di energia supera le possibilità dell’individuo. […] C’è surmenage quando i grandi <<riparatori>> naturali (pasto, sonno) sono insufficienti.” [15] Per adattamento ovviamente si intende la capacità di adeguarsi a tutte le situazioni ed i cambiamenti richiesti dalle circostanze di ogni giorno. Senza andare troppo nel filosofico può bastare così, comunque adattarsi e cambiare è l’evoluzione, ed è connaturata alla realtà dell’esperienza terrena perfettamente inquadrata nel divenire cosmico. L’adattamento richiede lucidità ed energia, pertanto solo un individuo equilibrato psicologicamente e libero da complessi e paure può farlo naturalmente, senza difficoltà. Invece, il depresso o l’agitato, che, in buona sostanza sprecano energie e risorse mentali, il primo impiegandole per fronteggiare angosce interiori non reali, il secondo a causa delle sue azioni impulsive eccessive ed esagerate; queste forze e questa lucidità non c’è l’hanno. Ironia del caso, l’agitato e l’autoritario solitamente, nella nostra società altamente competitiva e concorrenziale, viene tenuto in considerazione in quanto apparentemente tenace e forte, invece il depresso viene deriso e disprezzato per la sua abulia, magari proprio dagli stessi agitati e autoritari ignari di soffrire della stessa tendenza di chi disprezzano. Infatti nell’uomo equilibrato la volontà si manifesta da sé, spontaneamente, l’agitato invece è in continuo conflitto interno perché deve sforzarsi di essere attivo e determinato anche quando il suo istinto gli segnala di dover risparmiare le forze. Continuando con il discorso, possiamo aggiungere che situazioni e circostanze particolarmente spiacevoli o che hanno comportato comunque un trauma emotivo per l’individuo, possono generare delle perturbazioni nella personalità anche perché in questo caso entra in gioco l’inconscio ed il subconscio, i quali, in quanto parte istintiva e innata sono così potenti da farci agire senza appunto averne coscienza. Spesso – per non dire sempre – l’inconscio ed il subconscio, plasmati da eventi della nostra vita caratterizzati da una forte componente emotiva, contribuiscono a generare l’associazione con quest’ultima, e a rendere l’impulso subcosciente così potente da bypassare la normale razionalità dell’individuo e fargli compiere, come accennato in introduzione, tantissime azioni irrazionali e stupide. 

Fig. 2a – La normale curva di attività psicofisica dell’essere umano [16]
Fig. 2b – Curva alterata da squilibri psico-emotivi [17]

L’idea fissa che può dare origine a complessi e ossessioni, vive, in un certo senso, di vita propria, in quanto, grazie a meccanismi inconsci, come abbiamo accennato, sfugge per così dire al controllo del soggetto che non è più in grado di “notare” altre cose all’infuori di essa. Il meccanismo è meraviglioso, la natura offre tutti i mezzi per ottenere l’equilibrio, ma la sfida dell’uomo sembra proprio essere quella di liberarsi di questi meccanismi inconsci per così dire “bloccanti”, capaci di non farci ragionare, di non farci agire, eppure, allo stesso tempo, di farci esaurire le nostre risorse psichiche rincorrendo angosce e paure non reali. 

Il ruolo dei mass-media

Va bene, possiamo anche lasciare da parte la polemica fine a se stessa, diamo per buono che sia veramente in corso una pandemia senza precedenti anche se, sulla base degli argomenti proposti nel nostro precedente articolo dal titolo “La vera natura dell’uomo è duale”, non è, secondo me, nemmeno contemplabile, in questo momento storico, il verificarsi di un’epidemia enorme ed incontrollata. Quando la peste nera flagellò il vecchio continente, morì un terzo della popolazione europea [18], tra l’altro, contribuendo a formare, a mio avviso, quella sorta di archetipo della paura delle malattie; quindi io, a marzo, allo “scoppio” di questa pandemia, per sostenere la mia tesi secondo la quale la biologia non funziona proprio solamente come vorrebbe la scienza ortodossa, proposi con grande provocazione a colleghi e conoscenti che se il COVID-19 avesse fatto un miliardo e mezzo di decessi nel mondo entro l’estate 2020(meno di un quarto della popolazione mondiale), allora avrei accettato di rimangiarmi tutto e appoggiare l’ortodossia scientifica senza riserve. Per fortuna (ed anche perché, alla luce di conoscenze alternative, e con una buona dose di buon senso, è del tutto legittimo, a mio avviso, pensare che la natura disponga di risorse differenti dalle sole proposte dalla scienza ufficiale), lo scenario da me suggerito per provocazione, non si è verificato e ad oggi, tra polemiche e sparate varie degli organi ufficiali, l’andamento della pandemia sembra sempre più assumere le sembianze della normale influenza stagionale.

Fatta questa premessa, possiamo ora, avvalendoci di un bel saggio degli anni settanta a cura del prof. Enrico Mascilli Migliorini, nel quale fra l’altro troviamo un accenno al meccanismo della dinamogenesi in relazione all’importanza della ridondanza del messaggio ( per esempio nella pubblicità); fare le seguenti analisi: 

  1. Uno “stratega del consenso”, un individuo o un’organizzazione che lavori per influenzare l’opinione pubblica per i propri scopi, sa bene di dover far leva sui meccanismi del profondo e di dover avvalersi di scienze del sociale per avere successo; inoltre, in questo modo, può farlo senza che il destinatario del messaggio ne sia realmente cosciente. [19]
  2. “Le conclusioni alle quali giunse un équipe di sei professori guidata da Lyman Bryson e riportate da Packard [*], sono le seguenti: <<se voi siete dei social engineers, tengo ad avvertirvi che è indispensabile una analisi preliminare dei tre livelli in cui, in una società come la nostra, si manifesta l’assenso. Esclusa la natura umana, dove ben poco si può fare per manipolare la gente, restano: il livello culturale, dove si formano e si modificano le idee del pubblico, ma, soprattutto, il terzo livello, cioè la zona in cui l’individuo opera le proprie scelte, le quali sono spesso determinate da impulsi che non hanno alcun fondamento razionale. A questo livello – sostiene Bryson – è relativamente facile manipolare gli uomini>>. [20] Quindi “controllando” il livello culturale, si può condizionare l’importantissimo livello terzo dove il potere dell’inconscio può condizionare le azioni del fruitore del messaggio.
  3. Interessanti sono le osservazioni di Watzlawick (Pragmatica della comunicazione umana) sull’interpretazione della realtà, queste osservazioni potrebbero adattarsi anche all’interpretazione di una notizia quando giunge al ricevente: “Un fenomeno resta inspiegabile, finché il campo di osservazione non è abbastanza ampio da includere il contesto in cui il fenomeno si verifichi.” [21] e ci fa l’esempio di un medico al quale viene sottoposto un paziente appena giunto in ospedale in stato d’incoscienza. Dopo averlo visitato e constatato pressione sanguigna bassa e parametri vitali al minimo, sarebbe tentato di dare come diagnosi intossicazione da alcool o stupefacenti. Le analisi di laboratorio tuttavia non rivelano alcuna traccia di tali sostanze, quindi il caso rimane inspiegabile fino a quando il paziente non riprende conoscenza e rivela di essere un ingegnere minerario, di aver lavorato per due anni in una miniera di rame sulle Ande a 4000 metri di altezza ed essere appena tornato a casa. Ovviamente non si trattava di malattia come problematica legata ad un organo o tessuto, bensì la reazione dell’organismo per adattarsi ad un cambio repentino di condizioni ambientali. Se questo medico non avesse potuto disporre di queste fondamentali informazioni sul contesto del malato, non avrebbe avuto i dati per interpretare il caso in modo opportuno e quindi pervenire alla corretta soluzione.
  4. Ed ecco i tre tempi della comunicazione di massa: Eco codifica 3 momenti nella retorica moderna: 1) analisi delle condizioni della comunicazione persuasiva; 2) meccanismi di argomentazione persuasiva in continua oscillazione tra informazione e ridondanza; 3) deposito di tecniche argomentative già collaudate. In altre parole, dopo aver formato la cultura (possibilmente in modo non approfondito) attraverso tecniche atte ad argomentare in modo preconcetto e nozionistico (deposito di argomenti già collaudati), si “bombarda” il pubblico di informazioni con effetto sensazionale se estrapolate dal loro contesto (vedi al punto 3) e poi semplicemente rimaneggiate per condizionare l’audience a focalizzare l’attenzione sul problema del momento(oscillazione tra informazione e ridondanza). Si utilizzano simboli e semantica opportuni per toccare la sensibilità a livello subconscio (comunicazione persuasiva, tecniche del profondo).
  5. La ciliegina della torta è rappresentata dall’accettazione di qualsiasi affermazione, anche la più illogica, se la fonte è stata per così dire, “sacralizzata”. E’ quando si sente dire, o noi stessi dichiariamo per rinforzare una nostra affermazione: <<l’ha detto il dottore>>, <<l’ha detto il governatore>>, <<l’hanno detto alla televisione>>, etc. A questo proposito vedasi la quantità di star e personaggi di successo impegnati a raccontare la loro straziante odissea nel tunnel del COVID, che magari COVID neanche è, in quanto sono spesso solo degli asintomatici, perché COVID-19 (COrona-VIrus-Desease-2019[22]) è la malattia legata, come dicono, alla presenza del virus Sars-Cov2, e se hai questo virus, non necessariamente “hai il COVID” come si dice in giro.

Accendete la televisione oggi, fate zapping, scrutate ogni canale, arrivate pure a quelli a tre cifre, contate quanti grafici, reparti d’ospedale e mascherine vedete e vi sarà facile comprendere cosa tentiamo di dire in questo articolo. I mass-media inducono in noi, tramite la ridondanza, la famosa idea fissa di cui abbiamo parlato all’inizio e della quale, senza una lucidità in grado di farci andare oltre a tutti gli schemi preconcetti, ad una certa cultura “scientifica” dominante, alla narrazione ufficiale prevalente, non ci libereremo mai, anzi, essa si impadronirà definitivamente di noi. E ad aggravare questa condizione, vi è il fatto che sia stato utilizzato, più o meno consapevolmente (sempre che la situazione attuale sia frutto del puro caso e, di “strategia del consenso”, non si voglia parlare affatto), il pretesto della pandemia, oggetto che nelle nostre menti da sempre desta la paura della morte, la paura regina di tutte le paure, sentimento profondo del nostro essere. Ecco perché, compreso questo meccanismo, verrebbe naturale insinuare come una pandemia sarebbe un mezzo perfetto per attuare un controllo totale sulla società.

Conclusione

C’è qualcosa di peggio della morte ed è la “non vita”. La non vita è quello che stiamo preparandoci a vivere, senza socialità, senza contatti, pieni di paure, senza agire, dominati dalle nostre angosce. Stare chiusi in casa, comunicare solo tramite un “mediatore” tecnologico, come il telefono o il computer, senza contatto ed effusioni; paura, diffidenza e sospetto nel prossimo, paura della natura che ci circonda: ecco, questa non è né vita né morte, è peggio, è la non-vita. Ci sentiamo allora di concludere con un bel pensiero sempre tratto dal lavoro “Che cos’è la psicologia” [23] del maestro Pierre Daco sopraccitato, che, oltre ad insistere molto sulla necessità di un lavoro interiore(conosci te stesso) suggerisce di dare importanza alla respirazione e regolare il respiro quando siamo soggetti ad “attacchi” psicologici od emotivi e, in questo modo, spazzare via subito le ansie ingiustificate e le idee ridondanti, magari anche tramite tecniche di meditazione (dove avviene quanto descritto in Fig. 3) e yoga, dà questo consiglio: “È molto importante educare l’attenzione. Invece di disperdere la nostra attività mentale, bisogna imparare ad accentrarla verso un unico obiettivo. La dispersione mentale è molte volte il modo di essere di molti uomini.” [24] Tranquilli che la televisione contribuisce certamente a farvi disperdere energie mentali fondamentali in questo momento storico e, forse, è proprio il desiderio più o meno manifesto dello “stratega del consenso” per manipolarti. Ancora Mascilli Migliorini: “Vogliamo solo osare di affermare che, in realtà, e per le motivazioni che esamineremo, se si indulgesse a seguire pedissequamente le “prescrizioni” degli indici di gradimento, probabilmente non resterebbe che trasmettere partite di calcio e canzonette, programmi, cioè, che aiutano la gente a non pensare. Ed è questo appunto il momento dello stratega: se io voglio che la gente pensi come io intendo che faccia, è chiaro che, primariamente, devo abituarla a non pensare, grazie alla quotidiana e ricreativa dose di narcotico consentivistico, per trovarsi il più possibile stordita, se pur esausta allorquando lo stratega interverrà per farla pensare secondo i propri intendimenti. [25] “Favorito dall’elemento “abitudinario”, lo spettatore – secondo Adorno[*] – verrebbe, pur senza rendersene conto, ad essere condizionato dalla influenza occulta dei messaggi impliciti, creandosi, così, degli stereotipi conformi a modelli sociali rigidi. Ed è, esattamente, quello che desidera il nostro stratega che, nella uniforme di social engineer, può trovare larghe ipotesi di verifiche e di funzioni dei moderni studi sulle comunicazioni di massa” [26] 

Fig. 3 – L’enorme ricettività del soggetto in meditazione o immerso nell’attività del fantasticare [27]

Nel scusarmi per aver esposto, al fine di rendere la trattazione più concentrata possibile, con estrema sintesi argomenti dal carattere in realtà ben più complesso ed esteso, desidero ringraziare chi si è comunque abbandonato alla lettura di questo pezzo, e augurando una buona serata ed un buon fine autunno, rendo un caloroso saluto ed abbraccio, anche se ahimè, in forma digitale.

F.D.

rovistatore@gamil.com

 “I risultati del neopositivismo sono stati fecondi per le scienze esatte […], ma deludenti, o addirittura pericolosi per le scienze (che noi chiamiamo “discipline”) umane.”

U. Eco [28]

E’ doveroso fare una puntulizzazione a questo articolo e da ritenersi valida anche per quelli a venire: le tematiche e le informazioni in campo medico date in questo sito/blog non sono da considerarsi in alcun caso un Consulto Medico e non sostituiscono in alcun modo una consulenza del proprio Medico curante o di fiducia o di qualsiasi altro specialista in medicina relativamente al proprio stato di salute personale o di terzi dipendenti e sotto tutela. Tutte le notizie e le informazioni presentate sono puramente a scopo di discussione e basate sull’esperienza personale del redattore, non possono in alcun modo ritenersi determinanti o esaustive ed anzi lo scrittore stesso non si sente obbligato di documentare con precisa ed abbondante bibliografia le proprie osservazioni in materia di salute, poiché non sono esse l’argomento centrale delle nostre tematiche, ma anzi rappresentano solo l’esposizione di pensieri secondari affini o legati in qualche modo alla trattazione oggetto di discussione in quel momento. Il lettore – navigando e consultando questo sito – è consapevole ed è stato informato.

Art. 21: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

[1] "Che cos'è la psicologia" - Pierre Daco - c Marabour Alleur (Belgique) 1960 - c 1982 RCS Rizzoli Libri S.p.A., Milano - Pag. 7
[2] https://it.wikipedia.org/wiki/Pierre_Daco 
[3] "Che cos'è la psicologia" - Pierre Daco - c Marabour Alleur (Belgique) 1960 - c 1982 RCS Rizzoli Libri S.p.A., Milano
[4] Ibidem - Pag. 37 (I corsivi sono dell’autore).
[5] Ibidem - Pag. 39
[6] Ibidem - Pag. 40 (I corsivi sono dell’autore).
[7] Ibidem - Pag. 41
[8] Ibidem - Pag. 40
[9] Ibidem - Pag. 40
[10] Ibidem - Pag. 41
[11] Ibidem - Pag. 41
[12] Ibidem - Pag. 16 (I corsivi sono dell’autore).
[13] Ibidem - Pag. 19
[14] Ibidem - Pag. 35 (I corsivi sono dell’autore).
[15] Ibidem - Pag. 27
[16] Ibidem - Pag. 16
[17] Ibidem - Pag. 15
[18] https://it.wikipedia.org/wiki/Peste_nera#Effetti_demografici
[10] "La strategia del consenso. Un'indagine scientifica sui mezzi d'informazione usati dal potere per formare, indirizzare, manipolare l'opinione pubblica: un'analisi sociologica che diventa discorso politico." - Enrico Mascilli Migliorini - Rizzoli Editore - Proprietà letteraria riservata c 1974 Rizzoli Editore, Milano - Prima edizione: febbraio 1974 - Pag. 13 (I corsivi sono dell’autore).
[20] Ibidem - Pag. 14 (I corsivi sono dell’autore).
[21] Ibidem - Pag. 46
[22] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32234466/
[23] "Che cos'è la psicologia" - Pierre Daco - c Marabour Alleur (Belgique) 1960 - c 1982 RCS Rizzoli Libri S.p.A., Milano
[24] Ibidem - Pag. 422
[26] “La strategia del consenso. Un'indagine scientifica sui mezzi d'informazione usati dal potere per formare, indirizzare, manipolare l'opinione pubblica: un'analisi sociologica che diventa discorso politico." - Enrico Mascilli Migliorini - Rizzoli Editore - Proprietà letteraria riservata c 1974 Rizzoli Editore, Milano - Prima edizione: febbraio 1974 - Pag. 77 (I corsivi sono dell’autore).
[26] Ibidem - Pag. 80 (I corsivi sono dell’autore).
[27] "Che cos'è la psicologia" - Pierre Daco - c Marabour Alleur (Belgique) 1960 - c 1982 RCS Rizzoli Libri S.p.A., Milano - Pag. 38
[28] “Segno, enciclopedia filosofica.” - Citato in “La strategia del consenso. Un'indagine scientifica sui mezzi d'informazione usati dal potere per formare, indirizzare, manipolare l'opinione pubblica: un'analisi sociologica che diventa discorso politico." - Enrico Mascilli Migliorini - Rizzoli Editore - Proprietà letteraria riservata c 1974 Rizzoli Editore, Milano - Prima edizione: febbraio 1974 - Pag. 44
[*] Vance Packard è stato un giornalista e sociologo statunitense, https://it.wikipedia.org/wiki/Vance_Packard;Theodore W. Adorno è il famoso filosofo tedesco, https://it.wikipedia.org/wiki/Theodor_W._Adorno.

Comments

Una replica a “Perché questa pandemia potrebbe rivelarsi lo strumento perfetto per il controllo?”

  1. Avatar Il potere del simbolo – In.Forma.Zione

    […] inconsci molto potenti – di cui abbiamo accennato ad esempio in un nostro pezzo dal titolo “Perché questa pandemia potrebbe rivelarsi lo strumento perfetto per il controllo?” – manovrando con poca resistenza le masse anche contro la loro volontà, riducendo appunto in […]

    "Mi piace"

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