
“La paura del contagio genera da sempre forme di violenza e isolamento. Come ricorda Carlo Ginzburg, è altrettanto antica la connessione tra ebrei e lebbrosi, a cui si aggiungeranno i Cagots che verranno in alcuni documenti confusi con i lebbrosi” [1]
Introduzione
Nella storia dell’uomo, i marchi hanno sempre avuto un gran potere. I popoli antichi si sono cimentati in imprese titaniche erigendo complessi monumentali immensi per riprodurre i simboli del cielo sulla terra. Con la croce in mente i santi hanno sopportato il martirio e affrontato la morte senza temerla, si sono combattute guerre e si sono fatte grandi imprese nel nome di alcuni simboli. Si sono ahimè divisi i popoli e gli uomini, talvolta anche i padri e i figli, i fratelli tra loro, per un simbolo. Oggi un marchio nuovo è stato introdotto e una data fatidica è stata scelta come inizio per una nuova suddivisione dei cittadini: da quel giorno però la realtà dei fatti ci sta dimostrando come, se da un lato questo nuovo simbolo serve a dividere, allo stesso tempo unisce gli uomini, come sempre è stato. Ovviamente mi riferisco all’introduzione del Lasciapassare Verde, altresì detto, ovviamente con l’inglesismo tanto di moda oggi e capace di dare un’aria di avanguardia e progresso a qualsiasi cosa, Green Pass. Certo è che la storia si ripete ed ha memoria corta. Oggi a differenza del passato è questione di scienza, si può obiettare. E’ tutto differente? Dobbiamo forse ricordare come il 5 settembre 1938 il Regio decreto legge n. 1390 escludesse i bambini e i docenti ebrei dalle scuole? Nello stesso giorno gli ebrei stranieri arrivati in Italia dopo il 1919 vennero espulsi dal Paese. Questi provvedimenti anticiparono il varo delle leggi razziali, introdotte con il Regio decreto legge n. 1728 del 17 novembre 1938 [2]. Allora come oggi fu un comitato tecnico-scientifico e di professori di prima scelta, a formulare il manifesto fascista della razza: “Firmato da alcuni dei principali scienziati italiani, Il Manifesto divenne la base ideologica e pseudo-scientifica della politica razzista dell’Italia fascista. Esso fu sottoscritto da 10 luminari, tutti professori delle più prestigiose università italiane” [3] In questo nostro articolo vorrei portare una riflessione, se vogliamo anche scontata, sulla pericolosità dell’uso di etichette in questioni delicate e personali, come ad esempio la salute, e su come esse possano essere usate ad arte per fini di manipolazione sociale. Inoltre, tutto fa pensare che il potere abbia un’ossessione per i marchi e parlerò quindi del misterioso popolo dei Cagots poiché ha colpito la mia immaginazione e mi ha dato occasione di esplorare la vicenda non solo dal punto di vista storico e sociale, ma forse anche antropologico e spirituale.
Lo stigma
“Il mondo cristiano non può che prendere le distanze da queste categorie di persone ma non può neppure ignorarle: esse vanno additate in modo intellegibile, stigmatizzate con un marchio che ne certifichi la colpa ed escluse dal corpus sociale.” [4]
La svastica nera delle bandiere rosse e bianche naziste è entrata a far parte dell’immaginario comune come simbolo per eccellenza del male, eppure, in origine, in qualità di simbolo solare rappresentava semplicemente il principio maschile, una delle due polarità necessarie per la manifestazione della realtà materiale. Il marchio in sè non è né buono né cattivo, sono le sensazioni ad esso collegato a dargli questa connotazione, e tanto più si è concentrata l’energia psichica, l’attenzione, tanto più profondo e radicato è l’archetipo associato, tanto più il simbolo è forte e sembra assumere quasi caratteristiche magiche, magnetiche. I simboli, sono vecchi come la storia dell’uomo, sono con ogni probabilità l’espressione della mente arcaica e intuitiva di cui siamo dotati come naturale evoluzione dal mondo animale a oggi. Infatti se guardiamo al passato, le prime forme di comunicazione e le prime scritture erano basate su gesti, ideogrammi o simboli direttamente ispirati alla realtà: riproduzione di elementi naturali, rappresentazioni di piante, animali, parti anatomiche etc… Si veda ad esempio le molte scritture geroglifiche primitive. Lentamente, la scrittura si è evoluta nella riproduzione grafica di concetti e infine si è consolidata nella rappresentazione di fonemi. Questo processo forse ha anche portato allo sviluppo della mente razionale ed alla formazione della coscienza, nonché ad una sua predilizione nell’approccio alla vita di tutti i giorni da parte dell’uomo moderno proprio a causa di una certa attività di astrazione necessaria alla comprensione appunto di uno sviluppo figurato esempre più idealizzato della realtà rispetto alle primitive rappresentazione più semplici e realistiche. Tuttavia il significato attribuito primitivamente all’immagine stilizzata o il simbolo, proprio per il fatto di essersi sviluppato istintivamente, quindi grazie all’impulso della mente intuitiva come si diceva sopra, ha radicato nell’inconscio una vasta gamma di impressioni, sensazioni ed emozioni che sono per l’uomo l’aspetto fondamentale della vita interiore e personale. Ancor prima della valutazione logica, l’impulso interno generato dallo stimolo dovuto al simbolo o al marchio, come si è detto, genera una risposta immediata e primitiva molto potente. Proprio a causa di questa loro potenza, i marchi introducono due aspetti fondamentali del loro utilizzo: la creazione di separazioni e la conseguente identificazione del “capro espiatorio”. Questi meccanismi psicologici si manifestano evidenti nell’analisi dei pochi ma significativi dati relativi alla storia della stirpe dei Cagots, un popolo perennemente perseguitato, spinto a vivere fuori dalle città e dai centri abitati, spesso in grotte nei boschi e a contrarre matrimonio solo con propri simili e costretto solo a determinati lavori, i più umili. Discriminato in quasi tutti gli aspetti della vita, obbligato ad accedere ai luoghi di culto attraverso entrate separate dal resto della comunità, incarna bene l’ideale del reietto, dell’escluso. Ho deciso di esporre il loro caso come esempio significativo. La loro vicenda sembra diventare attuale oggi, in un momento in cui si torna a parlare di discriminazione e divisione e presenta inquitanti paralellismi con la realtà odierna. Inoltre, come abbiamo già avuto modo di supporre in un articolo dell’anno scorso dal titolo “Pandemia o guerra silenziosa?”, se alcuni poteri sovranazionali governassero veramente il mondo al di là degli stati nazionali o delle relative forze politiche, l’utilizzo sapiente dei simboli e dei marchi, porterebbe grande giovamento nell’attuazione dei loro piani perché farebbe certamente leva su meccanismi inconsci molto potenti – di cui abbiamo accennato ad esempio in un nostro pezzo dal titolo “Perché questa pandemia potrebbe rivelarsi lo strumento perfetto per il controllo?” – manovrando con poca resistenza le masse anche contro la loro volontà, riducendo appunto in minoranze isolate e stigmatizzate tutte quelle persone non allineate al pensiero unico comune calato dall’alto. In buona parte, qualcosa di simile sembra davvero essere accaduto da un anno e mezzo a questa parte e sembra giunto ad un epilogo importante in quanto, per la prima volta dopo anni, la Costituzione non sembra più garantita e lo stato di diritto per i cittadini viene a cadere.
La vicenda dei Cagots
Anche se i dati in merito a questa popolazione misteriosa sono molto difficili da reperire, “La loro storia si può ricostruire solo attraverso le vicende della loro esclusione, in quanto sono giunti fino a noi solo i documenti sulle prescrizioni che imponevano la loro condizione di perseguitati” [5], documenti storici quindi assai rari e scarsi. La loro vicenda si è svolta nella Francia sud-occidentale, un territorio molto particolare, misterioso e pieno di folklore. È un’area geografica che vanta una grande concentrazione di siti archeologici attestanti un’intensa attività umana già in tempi neolitici. I ritrovamenti di scheletri umani unici nel loro genere, dei Crô-Magnon tra tutti, testimoniano la presenza di un ceppo del genere homo diverso da tutti gli altri, caratterizzato da statura e ossatura grande e robusta, dalla peculiarità del cranio dolicocefalo, diversa dal resto dell’Europa [6]. È anche il territorio dove sono situati siti sotterranei e grotte interessate da splendide creazioni artistiche preistoriche sotto forma di pitture rupestri e graffiti; si veda Altamira o Lascaux. È altresì l’area geografica dove vive un altrettanto misterioso ceppo culturale: i Baschi. Questi individui sono accumunati soprattutto dall’idioma da essi parlato, infatti, se si chiede loro quale sia l’elemento che li accomuna, loro stessi affermano di essere Eskualdunak, cioè coloro che hanno l’Eskuara, la lingua basca. “Tuttavia è proprio la lingua basca a rappresentare uno dei maggiori enigmi di questo popolo dei Pirenei. Essa è <<l’unica lingua viva dell’Europa occidentale che non appartiene alla famiglia indoeuropea>>” [7]. Un mistero molto intrigante tanto che sembra avere affinità con i dialetti degli indiani d’America. Andrew Tomas riporta: “Un missionario basco poté predicare, nel suo dialetto natale, agli indiani di Peten, nel Guatemala, riuscendo a farsi capire perfettamente.” [8] Questo fatto potrebbe ricondurci al mito di Atlantide, tanto che gli stessi Crô-Magnon, potrebbero essere dei Sapiens giunti in Europa da Ovest e i Baschi ed i Cagots dei discendenti o degli ibridi derivanti da incroci di genti autoctone con essi. Anche Lyon Sprague De Camp, un autore non propriamente Pro-Atlàs, potremmo dire coniando una nuova etichetta per restare in tema, commentando Lewis Spencer, uno scrittore invece favorevole e promotore di questa teoria, esprimendosi sull’uomo di Crô-Magnon non contraddice la tesi secondo cui la concentrazione di siti delle tre grandi fasi di migrazione di questi uomini, è distribuita “intorno alle sponde del Golfo di Biscaglia” facendo supporre che essi fossero giunti da Occidente[9]. De Camp fa notare come successivamente vi siano stati molti altri ritrovamenti di uomini Crô-Magnon anche in Oriente, in Palestina ad esempio[10], ma, a nostro modesto parere, si limita solo a contenere l’ipotesi fatta in precedenza, non la confuta del tutto. Ipotesi ardita ma anche avvincente e spiegherebbe la peculiarità del popolo basco e la cultura molto particolare di questa persone, forse con elementi originali precedenti addirittura alle migrazioni del popolo indoeuropeo e i molti influssi giunti con greci, romani e genti barbare a modificare il folklore e la mitologia di questo popolo. Ma ancora, non si può far a meno di notare come uniche siano le fattezze di queste genti.


Forse proprio per questo, in loro si identificava il diverso, venivano continuamente esclusi, veniva riconosciuto in loro il nefasto, da evitare assolutamente, fatta eccezione quando non si presentasse il pretesto, spesso irrazionale, per perseguitarli, per utilizzarli come capro espiatorio per sfogare le frustrazioni delle persone “normali” quando il fato o le malattie si accanivano verso di esse. “Non è un caso che per affidare al braccio dell’Inquisizione la caccia alle streghe, si rese necessario assimilare teologicamente e giuridicamente il reato di stregoneria a quello di eresia, che compare già secoli prima anche nelle accuse rivolte ai Cagots. Sterilità, mortalità infantile, carestia, pestilenze – i reati che vengono imputati alle streghe – sono in realtà i grandi mali dell’epoca, causa ed effetto della povertà.” [12] Per questo forse, da tempi remoti, veniva associato loro, come si faceva da sempre per i diversi, un particolare stigma, un marchio da cucire sulle vesti per renderli immediatamente riconoscibili, e di cui alla fine, nessuno più ne conosceva realmente il significato: solitamente una zampa d’anatra o d’oca.


Secondo Enrica Perucchietti e Paolo Battistel, si può far risalire questa sorta di misterioso distintivo a tempi molto antichi; è associato agli iniziati e agli appartenenti ad alcune maestranze, soprattutto i tagliatori di pietre, attività in cui i Cagots erano abili, o addirittura al simbolo runico algiz [14], avente significato di protezione(elemento femminile). Appariva anticamente in una versione eseguita con tre segni sovrapposti(vedi Fig. 3), assumendo così la configurazione di una stella a sei punte simile al simbolo indiano della folgore conosciuto anche come <<Albero di Luce>>. Questa foggia sembra avere analogie anche con l’uomo vitruviano di Leonardo [15], in ogni caso è interessante notare l’associazione con un elemento portatore di luce, quindi, per analogia, di conoscenza. Stella a sei punte e anche stella a cinque e pentacolo è associato anche alle streghe, il piede d’oca e le sue derivazioni venivano incise nella roccia o sul tronco degli alberi in luoghi dove avveniva un sabba e quindi è associato anche alla stregoneria. Inoltre i tre segni sovrapposti somigliano anche al simbolo dei tre chiodi o le tre croci, stemma acquisito anche da Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù ossia i Gesuiti [16] con i quali peraltro, alcuni indizi fanno supporre che gli stessi Cagots abbiano avuto contatti, tesi rinforzata dal significato diretto del simbolo, in quanto se da un lato i tre chiodi sarebbero quelli della croce di gesù, potrebbero venire anche collegati con l’attività di costruzione, quindi Massoneria e con il lavoro di carpentieri, assolutamente necessario per l’edificazione di architetture in pietra. Altre informazioni interessanti sul piede d’oca si possono dedurre analizzando l’intenso folklore relativo all’area interessata dalla presenza dei Cagots, cognizioni particolarmente significative, come vedremo, se si considerano anche elementi interessanti relativi ad altri due territori molto vicini se non sovrapposti a questa regione: la Linguadoca, dove si è sviluppato il movimento del catarismo e la Spagna del Nord dove si snoda tra i Pirenei il Cammino di Compostela. Ma procediamo con ordine. Un tema ricorrente nella mitologia della cultura basca è rappresentato dalla presenza di esseri soprannaturali come le Lamie, descritte come creature dalle fattezze femminili ma caratterizzate dai piedi d’’anatra o oca. Erano esseri provenienti dal sottosuolo, da un luogo assimilabile con l’Ade greco o l’oltretomba, il regno di Satana o, ancora, Lucifero. Questi esseri erano soliti assumere l’aspetto di belle donne e apparivano nelle vicinanze di fonti o corsi d’acqua, elemento con cui avevano una certa affinità, nell’atto di pettinarsi i capelli. Con la loro bellezza e a volte il canto, come le sirene, ammaliavano giovani uomini per accoppiarsi. Ma l’unione e, soprattutto, il frutto del rapporto carnale, rappresentava una violazione delle leggi di natura in quanto i due mondi, quello degli inferi e quello della superficie, non poteva contemplare l’unione altrimenti si sarebbe verificata una “contaminazione” deleteria ad entrambe le realtà e quindi i figli sarebbero nati reietti, impossibilitati a trovare posto in alcuna delle due dimensioni. Essendo però mezzosangue, sarebbero anche dotati di poteri soprannaturali, come le divinità greche nate dall’unione di dei e mortali. Questa mitologia sembra calzare a pennello quando si tratta la storia dei Cagots. Erano emarginati e discriminati, ma anche temuti per la loro fama di stregoni o maghi e tenuti in considerazione come costruttori, carpentieri e soprattutto metallurgi. Questa ultima attività ha sempre avuto un’aura mitica, in quanto il fabbro, si veda Efesto, il dio del fuoco, abile metallurgo ma anche zoppo storpio, quindi “diverso”, ha dato luogo ad un folklore perfettamente aderente alla loro descrizione. Le donne Cagots erano anche note e richieste in qualità di esperte levatrici, un’attività la cui pratica nel Medioevo era ritenuta avulsa in quanto si doveva entrare in contatto con la donna “peccatrice” e quindi assegnata a persone ai margini della società. E’ anche tuttavia l’attività per eccellenza femminile, l’orgoglio del matriarcato di cui i Cagots forse rappresentavano l’ultimo e genuino baluardo in Europa. E’ forse qui il nocciolo della questione: i figli di una relazione clandestina tra due mondi, i mezzosangue reietti che non sono di questo mondo ma non appartengono nemmeno alle tenebre, sono di fatto i “figli della colpa”, la colpa di aver violato la legge naturale che divide le due dimensioni, gli dei e i mortali, e quindi associati ad una generazione maledetta, perciò assimilati anche alla stirpe di Caino, macchiati della responsabilità di un fatale misfatto imputato loro per il solo fatto di esistere e per questo esclusi dalla società. Quando si parla di discendenza di Caino, si parla di un mito, un archetipo riconducibile forse al passaggio dell’uomo da nomade pastore a sedentario coltivatore dei campi, ci si riferisce insomma alla nascita dell’agricoltura ed a un conseguente cambiamento psicologico e sociale dell’essere umano. Alcuni aspetti di questo mito sembrano evidenziare il passaggio anche da una cultura matriarcale molto antica ad una cultura prettamente maschile, e si rivela sempre di più una contrapposizione tra due nature, due modi di essere: lo yin, attitudine femminile, istintiva, dell’accogliere, non violenta, e lo yang, l’esaltazione della forza, della programmazione, del piegare la natura alle proprie esigenze e non è un caso che sia avvenuto appunto come molti teorizzano, il discernimento dal bene e dal male, la consapevolezza di aver commesso un’azione grave: l’uccisione del fratello, il primo omicidio della storia, la consapevolezza della colpa. Si ipotizza che a causa dei contrasti tra pastori nomadi e agricoltori sedentari sia avvenuto il primo scontro di civiltà e potrebbe essere avvenuto l’allontanamento di un ceppo o un gruppo ritenuto inadatto alla convivenza pacifica o all’interazione coi propri simili più civilizzati, dando luogo appunto alla tradizione storica dei “figli di Caino”, la razza maledetta e bandita appunto. Quindi i Cagots non sarebbero altro che i discendenti di una cultura matriarcale in netto contrasto con la cultura patriarcale e cattolica dell’epoca, forse erano diversi non solo per pratiche, usanze e comportamenti, ma anche nelle fattezze poiché discendenti, secondo le tesi ardite fatte all’inizio ad esempio sui Cro-Magnon, di una diversa razza e per questo, al pari di Catari, Ebrei e molti altri, da stigmatizzare e sopprimere poiché destabilizzanti per l’ordine sociale, forse anche in quanto depositari di antiche conoscenze e avrebbero solo la “macchia” di continuare a perpetrare la sapienza data dalla consapevolezza della “dualità” degli elementi, cosa a cui abbiamo accennato nel nostro articolo del 2020 dal titolo: “La vera natura dell’uomo è duale”. Il marchio stesso con cui venivano identificati, la zampa d’oca, testimonia questi assunti. In “La salute è un diritto o un dovere? Come abbiamo acconsentito all’espropriazione.” parliamo di come la figura della strega (e la zampa d’oca, Cagots, e pentacolo, stregoneria, potrebbero avere un’origine comune come si è detto) abbia visto ribaltare il proprio significato durante il Medioevo e ciò potrebbe essere avvenuto anche per i Catari e per questo popolo. Inoltre, la zampa d’oca al pari della conchiglia di San Giacomo, compare in alcuni luoghi del cammino di Santiago di Compostela, un cammino da considerarsi non un mero pellegrinaggio, ma un vero e proprio viaggio iniziatico, e che avrebbe analogie col famoso Gioco dell’Oca, originato probabilmente nel contesto oggetto dell’attuale trattazione, con caselle e premi e luoghi con nomi simili a quelli del suddetto gioco. [17] “Diversi esoteristi, come Fulcanelli (<<Il gioco dell’oca è un labirinto popolare dell’Arte sacra e una raccolta dei principali geroglifici della Grande Opera>>), e storici delle religioni, compreso Mircea Eliade, hanno sottolineato come il famoso gioco dell’oca sia passibile di un’interpretazione <<ermetica>>: si tratterebbe di un cammino iniziatico e di purificazione.” [18] Inoltre il percorso si Santiago punta verso Ovest, dove il sole tramonta, dove inizia l’oscurità collegata al mondo inferiore, verso l’oceano Atlantico, da dove venivano, cavalcando una mitologia ardita, le genti da occidente, i discendenti di Atlantide, tutti archetipi molto antichi nella mente dell’uomo.
C’è anche un altra idea utile per completare l’analisi del meccanismo di segregazione attuato attraverso i marchi di natura materiale come distintivi o documenti lasciapassare o in futuro dispositivi elettronici perchè no, ormai la cosa inizia a palesarsi in maniera sempre più concreta, si veda il caso del ragazzo con il tatuaggio del GP sul braccio [19], di cui il sottoscritto sospetta sia un gesto suggerito da qualche gestore di piattaforme social media per fare propaganda, ma lasciamo perdere; oppure i marchi di natura verbale come le etichette no-mask, no-vax o no-GP tanto sbandierate dai media di regime, strumentalizzati a includere tutti coloro i quali manifestano spesso solamente un’idea differente dal pensiero unico comune. Nel testo “Vampiri e Lupi Mannari” Erberto Petoia, annovera il mito delle Lamie a quello del vampirismo in quanto esseri “demoniaci”, facendo notare come questo fenomeno culturale sia l’espressione della paura della trasformazione, dell’involuzione indesiderata, dell’essere sopraffatti da forze naturali in grado di prendere il sopravvento contro la nostra volontà. E’ per certi versi sovrapponibile alla paura della contaminazione già discussa in precedenza e della quale è meglio sbarazzarsi attaccando duramente un capro espiatorio piuttosto che accettarla come parte della nostra natura duale ed imparare a gestirla per renderla costruttiva.
Conclusione
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.” [20]
Spesso capita di fare affermazioni come: “Quelli del sud non hanno voglia di lavorare.”, oppure “Quelli del nord sono tutti razzisti.” o ancora cosa del tipo – passatemi gli esempi assurdi solo a fin di argomentazione – “Le donne non sono capaci a guidare.” Proposizioni di questo genere non fanno altro che assegnare un’”etichetta” appunto ad un gruppo di persone o di oggetti. Questa catalogazione a priori, realistica solo in parte o solitamente per niente, prima o poi è destinata ad alimentare divisioni e confusione, mentre nella realtà ogni cosa e ancor più ogni uomo ed ogni essere è unico e, se anche, come dice il fisico Fritjof Capra nel suo meraviglioso e più famoso saggio “Il Tao della fisica”: “è caratteristica della mente razionale usare una certa astrazione che porta a semplificare la realtà per catalogarla e classificarla, insomma il metodo scientifico basato sulla mente razionale può essere all’origine della creazione delle “etichette” che a loro volta causano le divisioni. Limite per altro già evidenziato da Werner Heisenberg” [21], questo modo di porsi alla realtà non deve mai e in nessun modo venire portato all’estremo, né tanto meno essere utilizzato deliberatamente per causare separazione e quindi, con lo stracitato metodo del “divide et impera” venire usato per fini di controllo. Ecco perché le etichette piacciono e servono al potere. Ancor più drammatico appare tale modus operandi oggi quando un governo promulga e approva una legge che di fatto va a collidere con il primo articolo della Costituzione della Repubblica Italiana. Per quanto si parli di salute pubblica, di bene comune, di senso di responsabilità verso la collettività, tutto ciò e moralmente, psicologicamente ed eticamente inaccettabile. Se poi i nostri governanti, i comitati tecnici e tutto coloro i quali si fanno complici di questo regime attuando zelanti tali norme, avessero veramente a cuore la collettività, non avvalorerebbero principi in grado di generare le divisioni, ma anzi combatterebbero per la sincera fratellanza in questo momento di urgente bisogno. Un’ultima riflessione: l’accezione stessa del termine “simbolo”, da sym-bolom, segno, significava originariamente unire [22], mentre il suo contrario sarebbe dia-ballo che separa, semina inimicizia, il Diavolo. Come al solito, Vi ringrazio cari lettori del tempo che avete gentilmente voluto concedermi e vi auguro un Buon Halloween, festività nella quale i due regni si incontrano, la superficie e il sottosuolo, gli dei e l’oltretomba, il maschile e il femminile, e come abbiano visto nel caso dei Cagots, quando ciò succede, si generano i reietti, gli esclusi, gli eretici, coloro i quali finiscono poi per diventare iniziati attraverso un cammino di purificazione proprio per aver ereditato una “colpa” che non hanno ma sono costretti ad espiare, una splendida metafora della vita per noi uomini immersi in questa turbinante realtà. [23]
F.D.
“Come prescrive il Levitico, quando il sacerdote aveva riconosciuto un lebbroso, questi veniva estraniato dai suoi amici e parenti e perdeva ogni diritto, dovendo accettare umilmente la sua condizione. <<Il lebbroso colpito dalla lebbra porterà vesti strappate el il capo scoperto, si coprirà la barba e andrà gridando: Immondo! Immondo! Sarà immondo finché avrà la piaga; è immondo, se ne starà solo, abiterà fuori dall’accampamento>> [24]
[1] "I figli di Lucifero. Il segreto perduto della stirpe dei Cagots." - Enrica Perucchietti, Paolo Battistel - © 2015 Edizioni L'Età dell'Acquario. Edizioni L'Età dell'Acquario è un marchio Lindau s.r.l. corso Re Umberto 37 -10128 Torino - Seconda edizione ottobre 2017 - ISBN 978-88-7136-957-0 - Pag. 13
[2] http://www.allacciatilestorie.it/2020/11/16/leggi-razziali-in-italia/
[3] "Vaccini cavie civili e militari" - Gianni Lannes - Ⓒ 2018 NEXUS Edizioni S.r.l. Via Terme, 51 - 35041 Battaglia Terme (PD) - Pag. 62
[4] "I figli di Lucifero. Il segreto perduto della stirpe dei Cagots." - Enrica Perucchietti, Paolo Battistel - © 2015 Edizioni L'Età dell'Acquario. Edizioni L'Età dell'Acquario è un marchio Lindau s.r.l. corso Re Umberto 37 -10128 Torino - Seconda edizione ottobre 2017 - ISBN 978-88-7136-957-0 - Pag. 29
[5] Ibidem - Pag. 25
[6] https://it.wikipedia.org/wiki/Uomo_di_Cro-Magnon
[7] "I figli di Lucifero. Il segreto perduto della stirpe dei Cagots." - Enrica Perucchietti, Paolo Battistel - © 2015 Edizioni L'Età dell'Acquario. Edizioni L'Età dell'Acquario è un marchio Lindau s.r.l. corso Re Umberto 37 -10128 Torino - Seconda edizione ottobre 2017 - ISBN 978-88-7136-957-0 - Pag. 47
[8] "I segreti dell'Atlantide" - Andrew Tomas - Titolo originale: The treasure of the Sphinx - Ⓒ 1969 by Robert Laffont - Ⓒ 1976 by Arnoldo Mondadori Editore - Traduzione di Caterina Longaresi - Pag. 35
[9] "Il mito di Atlantide" - L. Sprague De Camp - Titolo originale: "Lost Continents. The Atlantis Theme" - Ⓒ 1954 e 1970 by L. Sprague De Camp - Ⓒ 1980 by Fanucci Editore, Roma - Pag. 108
[10] Ibidem - Pag. 111
[11] https://www.ouest-france.fr/leditiondusoir/2020-07-09/les-cagots-les-intouchables-du-moyen-age-63a9861f-82cb-4f0c-ab60-404945b14ded
[12] "I figli di Lucifero. Il segreto perduto della stirpe dei Cagots." - Enrica Perucchietti, Paolo Battistel - © 2015 Edizioni L'Età dell'Acquario. Edizioni L'Età dell'Acquario è un marchio Lindau s.r.l. corso Re Umberto 37 -10128 Torino - Seconda edizione ottobre 2017 - ISBN 978-88-7136-957-0 - Pag. 124
[13] https://www.angolohermes.com/Simboli/Ihs/chiodi.html
[14] "I figli di Lucifero. Il segreto perduto della stirpe dei Cagots." - Enrica Perucchietti, Paolo Battistel - © 2015 Edizioni L'Età dell'Acquario. Edizioni L'Età dell'Acquario è un marchio Lindau s.r.l. corso Re Umberto 37 -10128 Torino - Seconda edizione ottobre 2017 - ISBN 978-88-7136-957-0 - Pag. 106
[15] Ibidem - Pag. 107
[16] https://www.angolohermes.com/Simboli/Ihs/chiodi.html
[17] "Mondo esoterico e occultismo" - Juan Garcia Atienza - Ⓒ Copyright per l'edizione originale spagnola Espacio y Tiempo S.a. - Madrid 1982 - Ⓒ Copyright per l'edizione italiana Hobby & Work Italiana Editrice S.r.l. 1993 - Pag.59
[18] "I figli di Lucifero. Il segreto perduto della stirpe dei Cagots." - Enrica Perucchietti, Paolo Battistel - © 2015 Edizioni L'Età dell'Acquario. Edizioni L'Età dell'Acquario è un marchio Lindau s.r.l. corso Re Umberto 37 -10128 Torino - Seconda edizione ottobre 2017 - ISBN 978-88-7136-957-0 - Pag. 125
[19] https://www.corriere.it/cronache/21_agosto_20/green-pass-si-fa-tatuare-codice-qr-braccio-che-fatica-spiegare-ristoranti-che-funziona-davvero-6c142c2c-01c9-11ec-9259-e06a1abb2d03.shtml
[20] “La Costituzione Italiana: aggiornata a Gennaio 2020” - con introduzione di Saulle Panizza e Roberto Romboli. - Pisa: Pisa university press, 2020. © Copyright 2020 by Pisa University Press srl Sede legale: Lungarno Pacinotti 43/44 - 56126 Pisa - www.pisauniversitypress.it - ISBN 978-88-3339-345-2
[21] "Il Tao della fisica." - Fritjof Capra - Titolo originale: "The Tao of Physic" - Traduzione di Giovanni Salio - © 1975 Fritjof Capra. All rights reserved - © 1982 Adelphi Edizioni S. p. A. Milano - I edizione Gli Adelphi: giugno 1989 - www.adelphi.it - ISBN 978-88-459-0689-3 - Ventisettesima edizione: settembre 2013 - Pag. 30
[22] http://www.etimo.it/?term=simbolo&find=Cerca
[23] https://unaparolaalgiorno.it/significato/diavolo
[24] "I figli di Lucifero. Il segreto perduto della stirpe dei Cagots." - Enrica Perucchietti, Paolo Battistel - © 2015 Edizioni L'Età dell'Acquario. Edizioni L'Età dell'Acquario è un marchio Lindau s.r.l. corso Re Umberto 37 -10128 Torino - Seconda edizione ottobre 2017 - ISBN 978-88-7136-957-0 - Pag. 37
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